La grande forza di E.
Salve a tutte, sono E. e voglio condividere la mia storia con tutte voi, nella speranza che possa essere d’aiuto e regali un pò di coraggio a chi ha dovuto sopportare il mio stesso dolore.
A gennaio del 2017 sono stata ricoverata d’urgenza con forti dolori al basso ventre: dopo un accurata ecografia mi dissero che avevo una grande emorragia interna. Eseguiti tutti gli attenti esami, mi riferiscono che ero incinta, ma che sicuramente era una gravidanza extrauterina e avrei dovuto sottopormi a una salpingectomia -ovvero la rimozione della tuba dx- con bimbo incluso. In quel momento ho sentito il vuoto dentro. Nessun dolore emotivo. I dolori fisici sovrastavano perfino le mie emozioni, non riuscivo a provare sentimenti che non fossero paura e timore.
Dopo pochi giorni ho realizzato quello che mi era successo e ho avuto una discesa psicologica molto dolorosa e prepotente, che mi ha fatto toccare il fondo. Elaborare questo tipo di dolore non è semplice: ho perso un bambino che desideravo tanto, ma che non era pronto per nascere, e una parte di me, la mia tuba. Non voglio addentrarmici molto, perchè ogni donna vive il lutto in un modo differente, come, allo stesso modo, scopre le proprie strategie per risalire e trovare la grinta per provare ancora a dare forma al proprio desiderio di diventare madre. Quello che voglio invece sottolineare è che con l’aiuto delle persone che mi hanno amata, questa risalita è stata un pò meno faticosa. Sono esperienze che segnano nel profondo e che non si cancellano, ma si possono metabolizzare e superare. Ad oggi sono una persona consapevole e mi sento una donna completa, nonostante io abbia una tuba in meno. Sono una donna in grado di diventare madre come tutte le altre. Giungere a questa consapevolezza non è stato affatto semplice: mi sono colpevolizzata per un corpo che non funzionava, mi sono sentita morire e fallita come donna. Ma non è così. Sono cose che succedono. Sono stata, anche se inconsapevolemente, madre di quel bambino e lo sarò sicuramente dei bambini che verranno. Ce la farete!